domenica 15 dicembre 2013

Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind, 1977) di Steven Spielberg

Nello stato dell'Indiana una serie di avvistamenti notturni di oggetti volanti non identificati richiama l'attenzione dei media e di un gran numero di curiosi. Tra questi il tecnico elettronico Roy che, dopo esser stato colpito dai raggi luminosi di un presunto UFO, viene ossessionato da visioni che lo spingono verso il Picco del Diavolo, caratteristica montagna sacra agli indiani che si trova nel Wyoming. Ma l'uomo non sarà solo all'appuntamento con gli alieni, ma troverà anche una madre il cui bimbo è stato rapito da un fascio di luce proveniente da un'astronave e uno scienziato francese, Lacombe, che sostiene di aver interpretato un misterioso segnale sonoro di natura extraterrestre inteso a stabilire un contatto. Grande classico della fantascienza anni '70, visivamente imponente e tecnicamente straordinario, appartiene a quel filone "positivista" (tipicamente spielberghiano) dell'alieno benevolo ed amichevole. Intriso di atmosfere mistiche e con ambizioni epiche, è una trasognata (e per alcuni ingenua) elegia contro la diffidenza e la paura nei confronti del "diverso". Contiene, già in forma matura, tutti i canoni dell'estetica spielberghiana che troveranno poi pieno compimento in quella grande favola che è E.T. - L'extra-terrestre. Grandi effetti speciali (del mitico Douglas Trumbull e del nostro compianto Carlo Rambaldi), imponenti scenografie e solito tema musicale di John Williams che lascia il segno. Tre anni dopo il regista ne ha curato una sorta di versione estesa ante litteram, con quasi 20 minuti di scene inedite, tra cui gli interni della celebre astronave del finale. Nel cast citiamo Richard Dreyfuss, Teri Garr, Melinda Dillon e il regista François Truffaut nel ruolo di Lacombe. Vinse due Oscar tecnici: fotografia e montaggio sonoro.

Voto:
voto: 4/5

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