giovedì 3 marzo 2016

Il salario della paura (Sorcerer, 1977) di William Friedkin

Quattro disperati, sfuggiti alla giustizia del proprio paese, si ritrovano clandestinamente in un misero stato del Sud America, governato da un dittatore tiranno che sfrutta la popolazione. Per soldi accettano una missione apparentemente suicida: trasportare attraverso la giungla, su terreni selvaggi e tortuosi, un pericoloso carico di nitroglicerina che potrebbe esplodere in qualunque momento a causa degli scossoni a cui i camion sono sottoposti. Spettacolare remake americano del capolavoro Vite vendute (1953) di Henri-Georges Clouzot, ispirato, come l’originale, al romanzo “Le salaire de la peur” di Georges Arnaud. Più fedele al testo letterario e diretto con enorme perizia tecnica dal grande William Friedkin, è un thriller avventuroso, teso e angosciante, ad altissima tensione drammatica, che mantiene lo spettatore incollato alla sedia per tutta la seconda metà. Inferiore e differente rispetto al film di Clouzot, si fa apprezzare per la maestria nella costruzione della suspense, per il fascino evocativo delle ambientazioni esotiche (la giungla è così inquietante e “viva” da poter essere considerata un autentico coprotagonista) e per lo straordinario utilizzo del sonoro. Friedkin si focalizza sull’azione e sui personaggi, tralasciando del tutto ogni aspetto politico sul degrado sociale di certe aree sud americane, limitandosi a qualche cenno superficiale. La lunga sequenza del camion che attraversa il traballante ponte di legno sul fiume, sotto al diluvio, è magistrale e vale, già da sola, il prezzo del biglietto. Il titolo originale proviene dal nome di uno dei due automezzi usati nella missione, “Sorcerer”. Invece l’altro si chiama “Lazaro”. La pellicola si avvale di un buon cast internazionale con Roy Scheider, Bruno Cremer, Amidou e Francisco Rabal. Nonostante il budget produttivo elevato, alla sua uscita si rivelò un fiasco clamoroso, che passò in sordina e lasciò indifferenti pubblico e critica. Ma è un film che merita di essere riscoperto e rivalutato.

Voto:
voto: 3,5/5

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